Assaggiare un vino e sentire il gusto vero e autentico di un territorio straordinario. Furore, il paese aggrappato alla Divina Costiera, respira il fascino del Golfo d'Amalfi.
Furore! Il paese che non c’è.
Non cercarla qui la ciambella di case raccolte intorno alla piazza. Non la troverai. Furore, il paese che non c’è, il paese non paese, col suo abitato sparso sui fianchi della montagna a strapiombo sul mare, si offre a piccole dosi, si lascia scoprire con civettuola ritrosia.
Batterai sentieri e petingoli, stretti fra fazzoletti di terra miracolosamente strappati alla roccia e coltivati con amore antico, quasi con ostinazione.
Berrai vini - bianco e rosso - freschi e briosi, “capaci di buttarti dentro tutto il sole e tutta l’allegria che hai sulla pelle”. Ammirerai vigne e giardini, terrazzi e pergolati, poggi e tornanti che dirupano a mare. E muri: muri a secco, muri dipinti, muri istoriati. Muri parlanti. Muri d’autore. E chiese, e campanili svettanti e cupole arabeggianti. Una vertigine di panorami immersa in una luce senza suoni, sospesa, irreale e segreta come una favola. Ascolterai il silenzio.
Coglierai l’alito dell’universo nella voce lontana del mare. Avvertirai il profumo del mito nel respiro di qualche ninfa innamorata che da sempre abita questi anfratti. Vivrai un’atmosfera sognante e al tempo stesso inquietante, dove ogni sguardo è già emozione e ogni pensiero è già sogno.
Raffaele Ferraioli
Viti cresciute sulla Divina Costiera uniscono terra e mare. Furore, le sue vigne e l’inizio dell’avventura di Marisa Cuomo e Andrea Ferraioli: il racconto di Luigi Veronelli.
Ricordi la giovane donna e i due o tre ragazzetti, sulle balze impietose che salgono dal mare splendido della Costiera, su su nell’orrido roccioso detto Gran Furor? Producevano negli anni ’60 due vini bianchi. “…da uve ripoli fenile, moschella, peppella e ginestra; un tipo è bianco ambrato, un altro bianco carta o più propriamente del colore dell’oro bianco, entrambi di tenue profumo. Sottilmente abboccati, il primo ha maggiore pastosità, il secondo finezza”. Marisa ed Andrea (due dei ragazzini di allora?) producono oggi il Fiorduva .....località cru del comune di Furore, Costa d’Amalfi doc. Si tratta del vino più conosciuto come Gran Furor Divina Costiera Bianco. “Un vino appassionato che sa di roccia e di mare, senza alcun cedimento all’abboccato”, avevo scritto l’anno scorso. Ne ho camminate le vigne come era mio proposito, ne ho riassaggiato il vino nell’annata 1998.
Un capolavoro di magici equilibri e spontanee aggressioni dovuto alle congiunte volontà dei due vignaioli e di un enologo principe (chi altri potrebbe essere, se non Luigi Moio, in un comune che si chiama Furor?).
Luigi Veronelli
Terra Furoris: furia del mare sulla scogliera. Furore, fiordo estremo e suggestivo, custodisce i segreti di un'eccellente tradizione vinicola.
Furore disorienta vescovi e politici. Arrivano per la pastorale e i comizi. “Il paese dov’è?”.
È sparso come un pugno di coriandoli lungo pergolati e limoneti che scendono da 500 metri della cantina al Fiordo, baia romantica della costiera Amalfitana. Viti a pareti: crescono in orizzontale, si sdraiano su pietre e terra, che piombano a terrazze verso il mare, nella più arida e generosa agricoltura del mondo.
Unghie di spazio, grandi prodotti.
Dal vaporoso Gran Furor Divina Costiera, Andrea Ferraioli ha tirato fuori “Cantine di Marisa Cuomo”, gentile pensiero per la moglie nel giorno delle nozze. Doc Costa d’Amalfi. Un bianco di freschi profumi ed un rosso riserva che passano lenti per botti di rovere. Qualità e febbre di vita. Luigi Moio, lo poeta enologo, ha dato un soffio di nobiltà.
Gerhard Schroeder, cancelliere in vacanza, lo scoprì a Positano e allagò Bonn. Per chi ama la Costiera, quei vini sono emozioni.
Antonio Corbo
Le vigne a Furore vivono sdraiate sulle rocce a picco sul mare del Golfo d'Amalfi. Viti nobili e densi di storia sono la magica espressione di un luogo di incomparabile bellezza.
Viti affacciate sul mare del Golfo di Salerno, da Ravello a Scala lungo i fiordi che arrivano ad Amalfi, sono esposte alla magica azione del sole e dello iodio. Ritratti nelle “guasce”, tipici acquerelli del Golfo di Napoli in voga dal 700, i vitigni arrampicati sui pendii a picco sul mare caratterizzano il paesaggio della Costiera Amalfitana, così affascinante ed estremo.
Sono uve antiche e cariche di storia che hanno reso famoso in tutto il mondo Furore ed il territorio di Salerno: grappoli nobili recuperati attraverso la passione dell’uomo restituiscono un vino d’eccellenza.